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Ulvi Liegi (Levi Luigi)

Ulvi Liegi (Luigi Levi) – Maestro del Post-Macchiaiolismo

Ulvi Liegi, pseudonimo di Luigi Mosè Levi (Livorno, 11 ottobre 1858 – Livorno, 14 settembre 1939), è stato un pittore italiano di spicco, noto per i suoi paesaggi urbani e le scene di vita quotidiana, in particolare della sua città natale, Livorno. La sua opera si colloca nel movimento post-macchiaiolo, caratterizzato da un’evoluzione delle tecniche e dei temi dei Macchiaioli.

Nato in una famiglia ebraica benestante, Levi mostrò sin da giovane un interesse per l’arte. Iniziò la sua formazione a Livorno sotto la guida di Carlo Markò il Giovane e Luigi Corsi. Successivamente, nel 1880, si trasferì a Firenze per proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti, dove ebbe come insegnante Giuseppe Ciaranfi. Durante il periodo fiorentino, entrò in contatto con esponenti del movimento macchiaiolo, tra cui Telemaco Signorini e Giovanni Fattori, che influenzarono profondamente il suo stile e la sua visione artistica.

Liegi esordì nel mondo dell’arte nel 1882, esponendo otto opere alla Società di Incoraggiamento delle Belle Arti di Firenze, firmandole con lo pseudonimo “Ulvi Liegi”, un anagramma del suo nome. Questo debutto gli valse un discreto successo e consolidò la sua reputazione nell’ambiente artistico.

Nel 1886, intraprese un viaggio a Parigi, dove ebbe l’opportunità di approfondire la conoscenza dell’Impressionismo e del Post-Impressionismo. Questo soggiorno influenzò notevolmente la sua tecnica pittorica, portandolo a sperimentare nuove modalità espressive.

Opere Principali

  • Porta Romana a Livorno: un dipinto che cattura con maestria l’atmosfera urbana della città labronica.
  • Il Mercato Centrale: un’opera che ritrae la vivacità e il dinamismo del mercato cittadino.
  • Vecchie bilance da pesca a Bocca d’Arno: conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma, testimonia l’attenzione dell’artista per le tradizioni locali.

L’eredità di Ulvi Liegi

Nel corso della sua carriera, Liegi partecipò a numerose esposizioni sia in Italia che all’estero, ottenendo riconoscimenti e apprezzamenti dalla critica. Le sue opere sono oggi presenti in importanti collezioni pubbliche e private, testimonianze del suo contributo significativo all’arte italiana tra Ottocento e Novecento.

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