Bartolena Giovanni
Bartolena Giovanni: Pittore Italiano tra Ottocento e Novecento
Giovanni Bartolena (Livorno, 24 giugno 1866 – Livorno, 16 febbraio 1942) è stato un pittore italiano, noto per le sue rappresentazioni di paesaggi e nature morte. Nato in una famiglia benestante, era nipote del pittore Cesare Bartolena, dal quale apprese i primi rudimenti dell’arte pittorica. Successivamente, si trasferì a Firenze per iscriversi all’Accademia di Belle Arti, dove seguì i corsi di Giovanni Fattori, uno dei principali esponenti del movimento dei Macchiaioli. Durante il suo soggiorno fiorentino, frequentò il Caffè Michelangiolo, luogo di ritrovo di artisti come Silvestro Lega e Telemaco Signorini, con i quali instaurò rapporti di amicizia. Nonostante l’ambiente stimolante, il suo carattere esuberante e irrequieto lo portò a una formazione discontinua, alternando periodi di intensa attività artistica a momenti di lontananza dalla pittura.
Opere Principali di Giovanni Bartolena
La produzione artistica di Giovanni Bartolena si distingue per una serie di opere che riflettono la sua sensibilità verso la natura e la vita quotidiana. Tra le sue opere più significative si annoverano:
- “Strada di collina presso Livorno” (1892): presentata alla Promotrice di Torino, quest’opera evidenzia l’attenzione dell’artista per i paesaggi collinari toscani.
- “Pascolo in Campo al Melo presso Livorno” (1892): anch’essa esposta a Torino, rappresenta scene pastorali tipiche della campagna livornese.
- “Cavallo morto” (1896): partecipò alla Prima Esposizione Triennale d’Arte a Torino, mostrando l’interesse di Bartolena per la rappresentazione degli animali.
- “Pini a Quercianella”: un paesaggio che cattura l’essenza della località costiera toscana, con particolare attenzione alla luce e ai colori.
- “Piazza a Livorno”: raffigura una scena urbana della sua città natale, evidenziando la vita quotidiana dei suoi abitanti.
- “La caccia al cervo a San Rossore”: un’opera che ritrae una battuta di caccia nel famoso parco pisano, mostrando dinamismo e movimento.
- “Autoritratto”: un’intima rappresentazione di sé stesso, che riflette la sua personalità complessa.
- “Ricci e boccale”: una natura morta che dimostra la sua abilità nel rappresentare oggetti comuni con realismo e dettaglio.
L’Eredità Artistica di Giovanni Bartolena
Nonostante una carriera segnata da alti e bassi, Giovanni Bartolena ha lasciato un’impronta significativa nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. La sua capacità di cogliere la bellezza dei paesaggi toscani e la quotidianità attraverso una tavolozza ricca di colori puri e vivi lo distingue nel panorama artistico dell’epoca. La sua partecipazione a importanti esposizioni, come la Prima Esposizione Triennale d’Arte a Torino nel 1896 e la Biennale di Venezia nel 1932, testimonia il riconoscimento del suo talento. Nonostante le difficoltà economiche e personali, continuò a dipingere fino alla fine dei suoi giorni, lasciando un corpus di opere che ancora oggi suscita interesse e apprezzamento. La sua eredità è celebrata anche attraverso un busto, realizzato dallo scultore livornese Giulio Guiggi, posto nel giardino di Villa Fabbricotti a Livorno.