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Andreotti Libero

Andreotti Libero: Scultore e Illustratore Italiano del XX Secolo

Andreotti Libero (Pescia, 15 giugno 1875 – Firenze, 4 aprile 1933) è stato un scultore, illustratore e ceramista italiano, riconosciuto come una delle figure di spicco dell’arte italiana del primo Novecento. Nato in una famiglia di modeste condizioni, iniziò a lavorare come fabbro-tornitore all’età di otto anni, mestiere che svolse fino ai diciassette. Successivamente, si trasferì a Lucca, dove entrò in contatto con intellettuali come Alfredo Caselli e il poeta Giovanni Pascoli, che lo introdussero al mondo artistico e culturale. Nel 1897, si spostò a Palermo, lavorando come illustratore per il settimanale socialista “La Battaglia”. Deluso dall’ambiente siciliano, nel 1899 fece ritorno in Toscana, stabilendosi a Firenze, dove proseguì l’attività di illustratore, caricaturista e ceramista. Fu in questo periodo che iniziò a dedicarsi alla scultura, grazie anche all’ospitalità e al supporto dello scultore Mario Galli, nel cui studio iniziò a modellare in creta.

Opere Principali di Libero Andreotti

La produzione artistica di Andreotti Libero è vasta e diversificata, comprendendo sculture di piccole e grandi dimensioni, spesso caratterizzate da una ricerca della compattezza nella massa plastica e da un senso della bellezza tradizionale della forma. Tra le sue opere più significative si annoverano:

  • “Les Trois Parques” (1909): un’opera che riflette l’influenza della scultura francese del periodo, caratterizzata da una grazia delicata.
  • “Donna con i cembali” (1912): scultura che mostra l’abilità di Andreotti nel rappresentare figure femminili in movimento.
  • “Danzatrice” (1912): realizzata per la sala di musica di casa Charles Sterne a Parigi, evidenzia l’influenza di Aristide Maillol.
  • “Diana ed Atteone” (1914): gruppo in bronzo commissionato da Philip Sassoon, oggi conservato a Firenze nella villa de Marinis.
  • “Monumento ai Caduti” (1922): situato a Roncade, rappresenta uno dei suoi primi incarichi di grandi dimensioni.
  • “Pietà” (1924-1925): collocata nella cappella alla Madre Italiana in Santa Croce a Firenze, esprime una profonda spiritualità.
  • “Cristo Risorto” (1928): parte del Monumento alla Vittoria a Bolzano, testimonia la sua capacità di coniugare monumentalità e introspezione.
  • “Laocoonte” (1908): scultura che rivisita il celebre tema classico, mostrando la sua padronanza della forma e del dramma.

L’Eredità Artistica di Libero Andreotti

Libero Andreotti ha lasciato un’impronta significativa nella scultura italiana del XX secolo, contribuendo alla rinascita delle tradizioni plastiche toscane del Quattrocento. La sua formazione autodidatta e le esperienze maturate a Parigi, dove entrò in contatto con artisti come Émile-Antoine Bourdelle e Joseph Bernard, gli permisero di sviluppare uno stile personale, caratterizzato da una sintesi tra classicismo e modernità. La sua produzione spazia da opere di piccole dimensioni a monumenti pubblici, sempre con una particolare attenzione alla purezza delle forme e all’equilibrio compositivo. Negli ultimi anni della sua vita, Andreotti si dedicò anche all’insegnamento, ricoprendo il ruolo di docente di plastica presso il Regio Istituto d’Arte di Firenze, influenzando una nuova generazione di scultori. La sua eredità è oggi custodita in numerosi musei e collezioni, tra cui la Gipsoteca Libero Andreotti a Pescia, che raccoglie una vasta selezione dei suoi modelli in gesso, offrendo una panoramica completa del suo percorso artistico.

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