Grubicy De Dragon Vittore
Vittore Grubicy de Dragon – Esponente del Divisionismo Italiano
Vittore Grubicy de Dragon (Milano, ottobre 1851 – Milano, agosto 1920) è stato un pittore, incisore e critico d’arte italiano, appartenente alla corrente artistica del Divisionismo. Figlio di un barone ungherese e di una nobildonna italiana, crebbe in un ambiente colto e stimolante. Autodidatta nella pittura, Grubicy fu anche un gallerista e promotore di talenti, tra cui Giovanni Segantini, Angelo Morbelli e Gaetano Previati.
Formatosi nell’ambiente della Scapigliatura milanese, viaggiò spesso in Europa, entrando in contatto con le scuole pittoriche olandesi e fiamminghe, che influenzarono il suo approccio stilistico. Fu tra i primi a introdurre e promuovere in Italia il Divisionismo, una tecnica che applicò in pittura e nelle incisioni, sperimentando l’acquaforte e il monotipo. Affetto da gravi problemi di salute a partire dal 1900, trascorse gli ultimi anni reinterpretando le sue opere precedenti in chiave divisionista.
Le Opere Più Rappresentative di Vittore Grubicy de Dragon
- Mattino delicato (Terzetto tenue) (1872): Olio su tela, conservato presso la Galleria degli Uffizi, rappresenta un paesaggio di intensa delicatezza cromatica.
- La vela (1887): Esposta al Museo civico Giovanni Fattori di Livorno, questa tela combina divisionismo e lirismo pittorico per catturare una scena lacustre.
- Poema invernale – Tutto candore! (non datata): Conservata presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano, quest’opera esprime una visione poetica della natura innevata.
- Mare di nebbia – Notte lunare a Miazzina (1895): Olio su tela che illustra un’atmosfera rarefatta, simbolo della sua ricerca emozionale nella rappresentazione dei paesaggi.
L’Eredità di Vittore Grubicy de Dragon
Vittore Grubicy de Dragon ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte italiana. Fu uno dei principali promotori del Divisionismo, non solo come pittore, ma anche come critico e gallerista, contribuendo alla diffusione di questa corrente sia in Italia che all’estero. La sua visione artistica, che fondeva sensibilità emotiva e tecnica innovativa, influenzò generazioni di artisti, tra cui Carlo Carrà e Arturo Tosi. Il suo lascito include opere di straordinaria intensità, custodite in prestigiose collezioni e musei, e un contributo fondamentale al rinnovamento della pittura italiana tra Otto e Novecento.