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Gioli Francesco

Francesco Gioli – Maestro dei Macchiaioli

Francesco Gioli (San Frediano a Settimo, giugno 1846 – Firenze, febbraio 1922) fu un pittore italiano della corrente artistica dei Macchiaioli. Dopo un’educazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Pisa e successivamente di Firenze, sotto la guida di maestri come Antonio Ciseri ed Enrico Pollastrini, si avvicinò al movimento macchiaiolo ispirato da artisti del calibro di Giovanni Fattori e Telemaco Signorini. La sua arte, inizialmente improntata su temi storici, si evolse verso paesaggi e scene agresti, influenzata dalla natura toscana e dall’esperienza en plein air condivisa con altri artisti nella tenuta di Castiglioncello.

Nel 1878 ottenne un grande successo all’Esposizione Universale di Parigi con “Passa il viatico”, apprezzato da Edgar Degas. La sua produzione, caratterizzata da una ricerca luministica e un linguaggio internazionale, lo rese un artista stimato anche fuori dall’Italia, partecipando a esposizioni internazionali come la Biennale di Venezia e mostre a Bruxelles, Buenos Aires e San Francisco.

Le Opere Più Rappresentative di Francesco Gioli

  • Passa il viatico (1878): Opera iconica esposta all’Esposizione Universale di Parigi, apprezzata per il pathos e la resa luministica.
  • Le boscaiole di San Rossore (1887): Una rappresentazione della vita campestre, con una composizione equilibrata e ricca di dettagli.
  • Fiori di campo (1896): Dipinto presentato alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze, che mostra l’influenza del Divisionismo.
  • Il ritorno delle mamme (1877): Un’opera che celebra la quotidianità agreste, esposta in numerose mostre nazionali.

L’Eredità di Francesco Gioli

Francesco Gioli rappresenta uno dei principali interpreti della pittura macchiaiola, unendo il rigore tecnico alla ricerca emotiva. La sua capacità di immortalare la vita rurale toscana e il suo interesse per i temi sociali ne fanno una figura fondamentale nell’arte italiana del XIX secolo. La sua produzione, ampia e varia, influenzò non solo gli ambienti artistici toscani, ma anche un pubblico internazionale. Le sue opere, molte delle quali conservate in musei e collezioni private, continuano a rappresentare un ponte tra tradizione e innovazione artistica.

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